Sono passati praticamente quarant'anni dal famoso "maggio francese" del 1968, ma la Sorbona continua ad essere - ciclicamente - l'epicentro delle proteste studentesche d'oltralpe. Inotroduzione di capitale privato nelle università il motivo principale di queste manifestazioni che seguono - solo di pochi giorni - gli scioperi nel settore dei trasporti e dell'impiego pubblico. Il Rettore ha deciso di chiudere la Sorbona per alcuni giorni (la riapertura c'è stata il 26 Novembre) visti gli scontri tra una parte dei manifestanti e coloro che volevano entrare a far comunque lezione. Ho scelto di inquadrare la situazione con il video inserito, fotogramma di una delle proteste che spesso si ripetono in un Paese consapevole dei propri diritti. Da condannare - comunque - gli scontri avvenuti con coloro che volevano entrare a far lezione: il diritto a manifestare è una basilare prerogativa della democrazia così come il diritto a non parteciparvi.
martedì 27 novembre 2007
domenica 18 novembre 2007
La forza di ricominciare
sabato 17 novembre 2007
Una farsa infinita
Continuano a prenderci in giro. Lo fanno tranquillamente ormai, non serve neanche più dare valide spiegazioni per le loro decisioni. Si sceglie sempre la via più facile. Si associa il termine ultrà - con una generalizzazione francamente sconfortante - a quello di delinquente, indistintamente. E' totalmente sbagliato, così come lo è pensare che tutti i membri delle forze dell'ordine siano degli assassini o che tutti i romeni siano dei criminali. Un'informazione corretta, imparziale, in grado di raccontare gli avvenimenti senza lasciarsi trasportare dall'onda emotiva, dovrebbe essere la prima - condannando qualunque forma di violenza - a fuggire dalle generalizzazioni, aiutando l'opinione pubblica a fare altrettanto. Dovrebbe poi soprattutto fungere da stimolo costante per le istituzioni, porle davanti alle proprie responsabilità, "urlargli in faccia" che chiudendo stadi e curve si crea danno solo a quelle tante brave persone che vogliono andarsi a godere una partita. I Giornalisti dovrebbero incalzare i politici, dirgli che è una soluzione di comodo quella di ridurre scontri e tafferugli all'ambito calcistico, chiedergli di sdradicare la violenza dalla società, non dal calcio. Perchè la violenza prende il pallone solo come pretesto, lo sta progressivamente distruggendo senza che si riescano ad attuare provvedimenti che individuino in maniera incotroveretibile il problema e - se non risolverlo - possano almeno circoscriverlo. Ma è così utopistico avere anche una singola ed isolata legge che non allontani da questo sport solo chi lo ama davvero e in maniera sportiva? Ed è così complicato trovare dei giornalisti che - anche se costretti ad arrivare primi sulla notizia - verifichino dati e fonti? E' la base del giornalismo: meglio arrivare un secondo dopo ed avere una notizia certa, che uno prima trovandosi poi - però - a dover rettificare. Credo che per arrivare ad avere un cambiamento intelligente si debba colpire in quel punto che per troppe persone è il più doloroso: il portafoglio. Il giorno in cui gli stadi italiani saranno totalmente svuotati delle persone perbene si sta avvicinando, ma di questo passo inizieranno anche a crollare gli abbonamenti alle pay-tv ed alle varie televisioni digitali terrestri: vedrete allora quanto poco tempo impiegheranno ad affrontare correttamente il problema e risolverlo.
sabato 10 novembre 2007
Mi ha sempre colpito la totale incapacità di salvare migliaia di bambini costretti a mendicare, lavare i vetri o rubare. Le immagini dei passanti cui vengono sottratti i propri averi alla stazione di Milano ha fatto riscoprire ai nostri politici che esiste anche questo fenomeno e come, al solito, si è subito sollevato un ipocrita sdengo. Sono almeno un paio di decenni che minori provenienti dall'est vengono sfruttati permettendo ai loro aguzzini di avere guadagni astronomici. Si è urlato anche in questo caso alla necessità di sicurezza ma non si riesce - perchè vogliamo essere buoni diciamo così - ad avere dei servizi sociali degni di un importante paese europeo ed in grado di contribuire alla drastica riduzione di questa vergogna. Siamo "rappresentati" - per la stragrande maggioranza - da persone che non hanno la benchè minima idea della vita reale dei cittadini, perchè - probabilmente - hanno i vetri delle loro auto blu troppo scuri per rendersi conto che un bambino passa tra le macchine a chiedere l'elemosina. E' uno dei problemi principali di questo Paese: non si possono risolvere le cose se non si ha la più pallida idea delle situazioni su cui bisogna intervenire.